Avevo 45 anni quando ho iniziato a mettere in discussione quelle che erano le mie certezze. Fino ad allora le risposte che mi ero data alle domande che mi interrogavano non le sentivo più come vere. Un passo dopo l’altro ho iniziato a guardare dentro di me con uno sguardo nuovo che non si voleva più accontentare. La mia prima rivoluzione è stata il feldenkrais che, sintetizzando, definisco una rieducazione al movimento, ma che è molto di più. Attraverso questa pratica ho imparato ad ascoltare il mio corpo e le mie emozioni, senza giudicarmi e rispettando i miei limiti. Ho esplorato ancora, alla ricerca di quella fonte che potesse dissetarmi: dalla danza del ventre che mi ha permesso di contattare una parte sopita di me, ai percorsi con l’energia del colore attraverso i quali ho sperimentato che le espressioni di noi stessi possono passare dal mimo, al ballo, al disegno, alla scrittura, lasciando che ciò che hai dentro possa manifestarsi in modo libero e autentico, senza schemi fissi. Avvicinarmi poi alla filosofia di vita dei nativi americani è stato estremamente importante e decisivo per il mio nutrimento. La mia spiritualità si è spogliata e mi sono riconosciuta creatura in relazione con Madre Terra e l’Universo. In questa fase di trasformazione ho incontrato il reiki che come un seme ha trovato in me terra accogliente. Il reiki mi ha consentito di avere con me stessa una relazione più autentica e sono felice quando condivido questa dimensione di Uno con le altre persone.